giovedì 14 gennaio 2010

Il Viaggio del Ramo d'Argento: oltre le Nebbie

"Ci sono tre cose che un Viandante non può controllare
tempo, spazio e verità."

YNIS AFALLACH TUATH
Molti di voi si chiederanno cosa significhi questo nome e come mai ne abbiamo scelto uno così complicato.
Un nome, si sa, è un biglietto di presentazione, non solo semplici accostamenti di lettere capaci di produrre un suono più o meno bello, più o meno affascinante.
Un nome raccoglie la più intima essenza di ciò che siamo, i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre aspirazioni;
è la somma di ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che speriamo di diventare.
Ynis Afallach Tuath è un nome gaelico, la cui traduzione è simile a “la gente dell’isola di Afallach”.
Ynis Afallon o Ynis Afallach è il nome dell’isola di Avalon, l’isola della mele o l’isola di Afallach, dio della mitologia celtica.
Le storie giunte fino a noi sono un po' confuse riguardo alla genealogia e all’origine di questo dio, tuttavia, in sintesi, la leggenda ci racconta di come Afallach vivesse sull'Iisola di Avalon, ne fosse il Signore e la governasse insieme a sua figlia Modron, più tardi tradotta in Morgana.
Ella regnava in Avalon insieme alle sue sorelle, le Nove Vergini, o Morgen, che soffiavano sul Calderone Magico, alimentandone il fuoco.
Nella Terra dei Meli, protette da nebbie leggere, esse tessevano l’incanto di Avalon, e ancora oggi i loro canti di magia e saggezza risuonano nei cuori delle donne, attraverso le pieghe del tempo, leggeri come piume di cigno, come boccioli di melo, ...piantano i semi della Vita nelle nostre anime.
Ynis Afallach Tuath rappresenta per noi uno spazio interiore di confronto, di guarigione, di ricerca.
Un tributo alle Antiche che ancora ci parlano nel soffio del vento, nel movimento leggero delle acque di una fonte, nel dolore della perdita e nella gioia della condivisione.
Ynis Afallach Tuath è un sogno, un sogno fatto di persone reali, che vivono, amano, soffrono, crescono.
E hanno ancora voglia di parlare di un’ antica Dea che veglia il suo Consorte in un’Isola celata, che ci conduce a sé fra nebbie e acque, vita e sogni.

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