giovedì 25 novembre 2010

Avalon e la luna di Dicembre

In questi freddi giorni, sull'Isola fervono i preparativi per il prossimo Solstizio. Ci siamo appena lasciate alle spalle il Samhain, ma abbiamo già un occhio al futuro confronto. Nel frattempo sono nate nuove ricerche e continua vecchie rubriche interessanti e utili, come quella sulle Lune Nuove...
Vi lascio con due brevi anticipazioni, per leggere interamente seguite i link... BUONA LETTURA!



LUNA NUOVA DI DICEMBRE 2010
Il giorno 5 dicembre alle ore 18 circa la Luna si unisce al Sole dando inizio ad un nuovo ciclo lunare.



E’ il ciclo che ci porterà al Solstizio d’Inverno Yule, un momento di silente attesa e di ritiro prima della rinascita. E’ molto interessante vedere come nel Tempo Celtico, dopo il Capodanno Samhain in cui tutto finisce, vi sia un momento di stasi e di fermo prima di intraprendere il nuovo corso. 

Questa saggezza ci suggerisce che prima di fare una cosa nuova è bene darsi un tempo di vuoto, quel vuoto che permette la totale pulizia, che ci aiuta a sentire le voci del nostro interiore Spirito e le voci del Cielo.
Il silenzio e l’attesa sono concetti importanti in tutte le tradizioni spirituali e il cristianesimo ha chiamato questo periodo Avvento, prendendo i concetti del tempo celtico e trasponendoli in esso. Il Vangelo di Marco (13,35-37) dice infatti:
“Vigilate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa ritornerà…Perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi lo dico a tutti: vegliate!”
Il richiamo costante nel tempo dell’Avvento è quello di vigilare, di essere svegli, di uscire dal sonno. Non è il sonno fisico del corpo, bensì quello della mente e del cuore che ci impedisce di essere consapevoli. AVVENTO dal latino AD-VENTUS significa “la venuta” e nella Roma pre-cristiana significava l’ingresso una volta l’anno della divinità nel tempio ad essa consacrato. 
E’ il tempo in cui la nostra parte divina rinasce sotto forma di un Bambino Divino e trova il suo posto nel tempio del nostro cuore per ridarci vita e speranza. L’avvento è il tempo del buio più profondo prima del Solstizio d’Inverno, il Natale, La Ri-nascita.  
(....CLIK QUI PER LEGGERE LA CONTINUAZIONE)



QUANDO AVALON ERA UN'ISOLA...
L’area centrale del Somerset a sud-ovest delle colline Mendip consiste soprattutto di terra paludosa ed è attraversata da alcuni fiumi. La parte pianeggiante è composta principalmente da argille alluvionali e ghiaia, ma anche di sabbie marine, ciò che sembra indicare che questa parte era soggetta ad incursioni del mare. In particolare nell’area esaminata, dove scorre il fiume Brue, vi è uno strato continuo di torba rotto in alcuni punti da piccole isole. 



Ai tempo del primo villaggio lacustre, queste terre basse erano coperte da numerose paludi poco profonde. “Queste aree d’ acqua erano circondate da tratti irregolari di palude acquitrinosa, coperte di salici ed ontani, e bordate da foreste di querce e grandi alberi fino alle terre collinari” ((Bulleid, 1924, 19-20) Questo bacino paludoso era ancora esistente per tutto il XVI secolo ed è ancora registrato in mappe contemporanee. Al giorno d’oggi resta soltanto il nome dello Stagno di Meare.Le brughiere tra Glastonbury e Meare oggi hanno un aspetto molto diverso da quello che avevano al tempo dei Villaggi Lacustri, ovvero circa 2000 anni fa. Il fiume Brue che scorreva oltre il Tor era più un torrentello pigro che un fiume vero e proprio e l’intera area tra Glastonbury e Godney era una palude arborea (ontani e betulle crescevano maggiormente sugli appezzamenti sparsi di terre più asciutte) dove la maggior parte della zona era di acqua ricoperta da cannucce di palude. Un’enorme torbiera innalzata giaceva a ovest e conteneva la palude che si estendeva fino alle isole rocciose di Meare-Westhay, ma c’era uno stagno aperto a nord di Meare. L’intero paesaggio aveva un aspetto piuttosto desolato.
A causa di queste condizioni geografiche, il nome ‘villaggi lacustri’ non è proprio corretto, poiché Glastonbury era un villaggio di palude arborea e i villaggi di Meare erano stabiliti sul bordo della torbiera innalzata. Nessuno dei due era esattamente un villaggio lacustre, sebbene il nome sia ben radicato nella tradizione e sembrerebbe fuori luogo chiamarli altrimenti.  
(....CLIK QUI PER LEGGERE LA CONTINUAZIONE)


Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog

Lettori fissi